L’istituto autonomo Musei e parchi archeologici di Melfi e Venosa comprende musei, parchi archeologici e luoghi della cultura di grande valore, che spaziano nel tempo dall’età paleolitica alle civiltà preromane, dalla Venusia romana e post-antica ai castelli medievali del territorio del Vulture.

Il Museo di Melfi, nel magnifico castello federiciano, raccoglie l’importante documentazione archeologica del comprensorio. Il Museo di Venosa, ospitato nel Castello “Pirro del Balzo”, racconta la storia di Venosa che prosegue al Parco archeologico con i resti della città romana e la maestosa quinta scenografica dell’Incompiuta. Le catacombe ebraiche e cristiane serbano le preziose testimonianze della comunità ebraica venosina tra IV e VI sec. d.C., mentre il Parco Paleolitico di Notarchirico custodisce resti faunistici e paleontologici di età preistorica. Chiude il racconto del territorio l’imponente Castello di Lagopesole, residenza di caccia e di otium estivo dell’imperatore Federico II.


Musei e parchi archeologici di Melfi e Venosa
Castello “Pirro del Balzo”
Piazza Umberto I, 49
85029 Venosa (PZ)

Telefono
+39 0972 36095  

Email
mupa-mel-ven@cultura.gov.it

Email certificata
mupa-mel-ven@pec.cultura.gov.it

Direttore
Tommaso Serafini 

Musei

Castello di Melfi e Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Il castello normanno-svevo, importante per l’architettura e per le vicende storiche, è un luogo dal passato glorioso connesso alla figura di Federico II e successivamente alla famiglia Doria che lo detiene in feudo per quattro secoli fino al 1952.
Al suo interno ospita il museo “Massimo Pallottino” con il quale costituisce un fortunato binomio contenuto-contenitore.
Opera identitaria del museo è il Sarcofago di Rapolla, capolavoro assoluto dell’arte scultorea romana di età imperiale.
Museo archeologico nazionale del Melfese “Massimo Pallottino” – In volo sull’archeologia italiana

ORARI Il Museo è aperto tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 20.00, il lunedì dalle ore 14.00 alle ore 20.00.

Visita virtuale

Info & Biglietti

Museo Archeologico Nazionale “Mario Torelli” di Venosa

Il museo è ospitato nei camminamenti del Castello “Pirro del Balzo”. Nel 2021 è stato oggetto di un completo rinnovo della veste espositiva. Il percorso di visita si articola in 6 sezioni, che raccontano i principali capitoli della storia di Venosa e del Vulture dalla fase preromana (metà IV-III sec. a.C.) al Rinascimento. Ampio spazio è dedicato all’età romana, dalla fondazione della colonia di Venusia (291 a.C.) al tardo-impero. Tra i reperti più iconici l’Auguraculum bantino di I sec. a.C.

ORARI Il Museo è aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 20.00, il martedì dalle ore 14.00 alle ore 20.00.

Info & Biglietti

Parco Archeologico di Venosa

Il Parco, situato presso la periferia nord-orientale del centro abitato, conserva testimonianze di un’occupazione continua dall’età repubblicana a quella medievale. Comprende i resti di un complesso termale di I-II sec. d.C., di varie botteghe e domus romane, di un edificio basilicale di VI sec. d.C. (noto come Battistero Paleocristiano) e, in un settore separato, di un anfiteatro romano di età imperiale. Maestosa quinta scenografica del sito è la suggestiva Chiesa Incompiuta (fine XI-XII sec.).
Parco archeologico Venosa – In volo sull’archeologia italiana

Venusia Maps Experience

ORARI Il Parco è aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 a un’ora prima del tramonto; il martedì dalle ore 9.00 alle ore 13.45.

Info & Biglietti

Catacombe ebraiche e cristiane di Venosa

Il complesso funerario ipogeico noto come “Catacombe di Venosa” interessa il ripido versante sud-orientale della collina della Maddalena, a circa 1 km a NE del centro urbano. Comprende tre distinti sepolcreti scavati a quote differenti nel banco naturale. Datati tra IV e VI sec. d.C., sono definiti convenzionalmente come: “Catacombe di S. Rufina” quello più a valle, “Catacombe ebraiche” quello situato in posizione intermedia e “Catacombe Cristiane” quello scoperto a un livello superiore.

ORARI Il Sito è attualmente chiuso al pubblico per interventi di restauro, recupero strutturale, messa in sicurezza e valorizzazione

Visita virtuale

Parco Paleolitico di Notarchirico

Il sito di Notarchirico, risalente al Paleolitico Inferiore, si trova a circa 9 km da Venosa. L’area musealizzata racchiude una sequenza di 9 paleosuperfici, databili tra 600.000 e 695.000 anni fa. Sono stati rinvenuti manufatti in selce, calcare e quarzite e resti paleontologici riferibili a una grande varietà di animali, tra cui elefanti, cervi, bisonti, daini e tartarughe, oltre a un frammento di femore di Homo Heidelbergensis, che rappresenta la più antica attestazione umana in Italia.

ORARI Il Parco è accessibile al pubblico solo in occasione di aperture straordinarie.

Castello di Lagopesole

L’imponente mole del castello, costruito su preesistenze normanne, risale ad età sveva con successivi modesti interventi realizzati da Carlo I d’Angiò. Nota come residenza di otium e di caccia dell’imperatore Federico II, la fortezza ha forma rettangolare con torri quadrangolari e due cortili interni di cui il minore ospita al centro un imponente torrione (donjon).
Dal 1531 il castello entra nello Stato di Melfi, feudo dei Doria, fino al 1969 quando viene donato allo Stato.

ORARI Il Castello è aperto da giovedì a domenica, dalle ore 09.30 alle ore 13.30 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30
A partire dal 3 novembre il Castello sarà aperto da sabato a domenica, dalle ore 9.00 alle ore 14.00

Ingresso gratuito

Galleria immagini

Castello di Melfi
Panoramica da Sud Ovest: il corpo centrale normanno, le mura e il fossato angioini, l’ingresso e il ponte postmedievali.
Askos “Catarinella”
Dettaglio dell’askos in ceramica listata con scena di funerale. III sec. a.C.
Sarcofago di Rapolla
Opera identitaria del museo “Massimo Pallottino”. Marmo. Produzione microasiatica. II sec. d.C.
Testa di Diadumeno
Museo archeologico nazionale “Mario Torelli”. Sez. “L’età Imperiale”. Fine I sec. d.C.
Cippi funerari
Museo archeologico nazionale “Mario Torelli”. Sez. “L’età Imperiale”. Fine I sec. d.C.
Parco archeologico di Venosa
Chiesa Incompiuta. Fine XI - inizi XII sec.
Parco Archeologico di Venosa
Complesso termale. Mosaico del Frigidarium. I - II sec. d.C.
Parco archeologico di Venosa
Mosaico con testa di Medusa. II sec. d.C.
Castello di Lagopesole
Panoramica da Sud. Il cortile maggiore e il cortile minore con al centro il donjon.
Castello di Lagopesole
Cortile maggiore. Sul fondo il portale di ingresso della Cappella Palatina. XIII secolo.

News

Mostre

I paesaggi dell’Appia. Tra Melfi e Venosa

13 settembre - 14 dicembre - Castello di Melfi

La mostra fotografica è un omaggio alla “Via Appia. Regina Viarum” iscritta da poco più di un anno nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
L’intento è quello di raccontare attraverso le immagini fotografiche il percorso dell’Appia nell’alta Valle del Bradano, tra Melfi e Venosa, passando per Rapolla.
Attraverso 38 fotografie in bianco e nero, organizzate in quattro gruppi tematici, il racconto si snoda tra colline e campi e attraversa un paesaggio antico, a tratti moderno ed evoluto, da sempre testimone di incontro di genti e di culture.
La strada attraversa un territorio che conserva il carattere agricolo che aveva in età romana, segnato da evidenze riconducibili alle forme insediative rurali: ville e fattorie. In questo territorio fu rinvenuto a metà del 1800 il Sarcofago di Rapolla, opera identitaria del Museo “Massimo Pallottino”. Nell’areale di interesse il tracciato dell’Appia è documentato da tratti di acciottolati e brevi basolati oltre a opere infrastrutturali come il Ponte dell’Arcidiaconata e la tagliata del vallone Sanzanello. La via giunge a Venosa, colonia fondata nel 291 a.C., il cui assetto urbanistico è ben visibile nel Parco Archeologico ubicato all’estremità NE dell’abitato moderno e definito sul lato orientale dalla maestosa e scenografica Incompiuta.

La mostra è il risultato della preziosa collaborazione con il Parco archeologico dell’Appia Antica, il Circolo fotografico “Controluce”, affiliato FIAF-ETS, e l’Archeoclub di Melfi; la stessa è stata resa possibile grazie alla erogazione liberale tramite Art Bonus

Biglietto
Mostre

Le Grandi Dighe lucane tra natura e artificio

Mostra fotografica di Angela Rosati

27 settembre - 2 novembre - Castello di Melfi

II Museo archeologico nazionale “Massimo Pallottino” di Melfi, in collaborazione con l’Archeoclub di Melfi, per le Giornate Europee del Patrimonio 2025, quest’anno dedicate al tema “Architetture: l’arte di costruire”, ha inaugurato sabato 27 settembre la mostra fotografica “Le Grandi Dighe lucane tra natura e artificio”.

Le foto in bianco e nero di Angela Rosati raccontano le dighe e le infrastrutture idriche della Basilicata, in particolare le quattordici Grandi Dighe così come classificate nel Registro Italiano Dighe.
Le dighe creano nuovi paesaggi tra natura e artificio. Paesaggi in movimento e in continua trasformazione. La mostra, allestita in due spazi del castello, la Cappella Doria e la Sala Cantoria, quest’ultima per la prima volta aperta al pubblico per l’occasione, sarà visitabile fino al 02 novembre 2025.

Ingresso alla mostra compreso nel biglietto di visita del Museo, con i medesimi orari di apertura.

Biglietto